Ciao,
il web3 è la più grossa accelerazione di internet che io abbia mai visto: ogni giorno inciampo in qualche progetto nuovo interessante e non è sempre così facile da capirne la matrice.
Per cui ho letto vari articoli su mirror.xyz senza rendermi conto che da ottobre è una piattaforma aperta: quindi da oggi questa newsletter sarà presente anche sul web3, qui.
Posso pure creare un NFT di ogni newsletter; non posso garantire che sia un gran investimento però TO THE MOON, WAGMI, bla bla bla!
Ho seguito molto attentamente la prima vendita di Opulous, che è stato un bel successo. Con “Monalisa” di Lil Pump hanno raggiunto la cifra massima di 500.000$, un signor anticipo per un pezzo che non è ancora uscito. Quindi è tutto oro quello che luccica? Hmmmm… vi spiego come la vedo qui sotto
In questa newsletter vi embeddo anche la mia intervista con Envietable: a parte che avevo dormito poco e parlo come uno Young Luca Giurato, questi ragazzi mi hanno dato la chance di spiegare bene come vedo il futuro della musica nel web3. Se vi va dedicateci una mezzoretta!
E poi ho un paio di progetti da spingere per voi giovani musicisti che cercate finanziamenti!
Opulous: com’è andata la prima vendita?
Benissimo dal punto economico, hanno davvero massimizzato gli introiti, raggiungendo la cifra massima possibile.
Quindi come ha funzionato?
Opulous, di proprietà di Ditto, è una piattaforma che si propone di vendere brani come NFT, splittandoli in percentuali, e di dividere i proventi del brano a tutti proprietari.
Al momento però mi pare di capire che la tecnologia è in fase di sviluppo, ma per non perdere il treno Opulous ha scelto una strada alternativa per vendere una percentuale del nuovo singolo di Lil Pump, chiamato “Monalisa”.
Ha creato una società, una LLC (simile alla nostra SRL) e ha venduto delle partecipazioni online attraverso Republic, che è un sito (non web3) che si occupa proprio di vedere investimenti in startup.
Qui uno snippet di “Monalisa”, in uscita entro fine mese
Si poteva investire in Mona Lisa Song LLC con diverse cifre: 100$, 1000$, 5000$, 10000$ (pagati in dollari). Ogni investitore ha ricevuto un Security NFT che gli dà la possibilità di ricevere un rendiconto trimestrale con i dividendi della società in Algorand direttamente nel loro wallet.
La società controlla il 50% di tutti i proventi del brano: editoriali, lo sfruttamento del master (gli introiti dalle piattaforme di streaming), eventuali synchro, passaggi radio, tv e performance live. Peraltro Opulous ha fatto tutto al meglio, quindi l’investimento è a norma di legge, non ci posso essere rug pull strani.
Venerdì la vendite delle quote ha raggiunto la cifra massima, quindi quel 50% del brano è diviso a sua volta in 500.000 parti: quindi se hai messo 100$ hai diritto allo 0,01% degli introiti del brano.
Per rivedere il proprio investimento, basta un semplice calcolo mentale, il brano dovrebbe recuperare 1.000.000$. Quanto è probabile?
Opulous ci ha fornito uno schema dello storico di Lil Pump.
Qui si conta solo streaming, però secondo me il dato più importante è la parte temporale: i più grossi sono del 2017 e del 2018, dopo maggio 2020 ha subito un po’ un tracollo e come vi dicevo nella scorsa newsletter l’ultimo singolo ha fatto 1.500.000 di stream.
Insomma tutto molto figo, ma io ho una grande paura: se il brano non performa, al primo trimestre gli investitori si potrebbero trovare con un ritorno di qualche dollaro e potrebbero arrabbiarsi o annusare una fregatura e il sistema potrebbe crollare.
Il principio è ottimo e io ci credo quasi ciecamente: ora aspettiamo che la tecnologia arrivi al punto di poter fare tutto on chain e magari che il CEO Lee Parsons scelga, come ha annunciato, dei progetti nuovi che non diano la sensazione di aver già raggiunto il picco.
Envietable mi ha intervistato.
Envietable è un team di ragazzi universitari che hanno creato un profilo instagram (e da poco youtube) dedicato al business musicale, con approfondimenti e interviste. Mi ha fatto molto piacere sapere che volevano parlare con me e qui sopra potete vedere il risultato.
A parte qualche strafalcione, ho cercato di raccontare come l’industria musicale cambierà con il web3 e tutti i diversi scenari che si presenteranno. Se vi piace questa newsletter, l’intervista vi piacerà ancora di più.
Fai musica? Vuoi dei soldi per farla meglio? Prego…
Ecco a voi due progetti creati con l’intenzione di finanziare artisti indipendenti.
C’era una volta questo blog chiamato Before The Data che parlava di artisti fighi prima che questi streammassero numeri assurdi. Ora gli stessi ragazzi hanno creato un discord che si propone di diventare una DAO (decentralized autonomous organization) chiamata “Dreams Never Die”. Creeranno un token e chi lo acquista avrà potere di voto nella DAO: la community che si creerà userà la propria liquidità per finanziare progetti musicali che vengono proposti sul loro discord.
Il progetto non è ancora partito, ma iscrivetevi al discord e iniziate a fare amicizia che qui possono succedere cose belle.
E poi c’è MusicFund. Qui hanno creato 10.000 NFT, se decidete di mintarne uno entrate a far parte della community, che a votazione decide su quali progetti musicali investire la liquidità. Al momento ne hanno selezionati 3, ma il progetto è appena partito, quindi anche qui vi consiglio di iscrivervi al discord e vedere come procede il progetto.
Ma non è tutto….
Posso consigliarvi altre due belle letture:
Un riassunto sulla situazione musica e web3 fatta da un giovane discografico italiano (non io LOL)
31 idee su come musica e crypto possono lavorare assieme (questo è in inglese)